Oggi si dice, anche per brevità, « cipria »; ma una volta ci si intendeva solo chiamandola « polvere di Cipro », o « polvere cipria », facendo così allusione all’isola di Cipro, che era il luogo in cui particolarmente si adorava la dea Venere, detta perciò « Ciprigna ». Non è difficile stabilire i rapporti tra Venere e la profumata polvere che reca un leggiadro contributo alla grazia delle signore. Oggi la si usa molto, perché quasi ogni donna ne reca una scatoletta nella borsa; ma quanto maggior consumo se ne fece nei secoli scorsi, quando serviva essenzialmente per « impolverare » i capelli, che dovevano per tutti, uomini o donne, apparire candidi! II secolo dei capelli « impolverati » fu, soprattutto, Il Settecento; ma nel secolo scorso furono fatti tentativi per ripristinare la moda antica: nel 1860, così, l’imperatrice Eugenia apparve a un fastoso ricevimento parigino con i capelli incipriati. La più nota ricotta per fabbricare la cipria, — a base, come si sa, di amido, — fu inventata all’epoca del maresciallo Richelieu; e fu detta, perciò, «polvere alla marescialla».
La bicicletta anfibia
«A Miami, sulle coste della Florida, è apparsa per la prima volta al mondo la bicicletta anfibia. Cronisti, fotografi, operatori del cinema si sono precipitati sul posto per descrivere e cogliere con l’obiettivo la magnifica invenzione che aprirà un mondo nuovo agli...
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