Al tempo in cui le candele erano per lo più di sego, e i candelieri per lo più di rame o di ottone, avveniva che la inferiore della candela si colorasse di verde perché l’acido stearico formava, col metallo, il cosiddetto «verderame». Avvedutisi dell’inconveniente, i fabbricanti, per evitare che le candele presto apparissero vecchie per via di quel tale verde, pensarono di metterle in vendita già bell’e tinte di verde all’estremità inferiore.
Pare però che quest’uso fosse già comune nel ‘300, se Messer Ridolfo Verano, signore di Camerino, faceva mettere sula tavola da pranzo le candele a testa in giù, per modo che la parte più grossa colorata di verde si consumasse per lui, e rimanesse ai servi la parte più sottile.
A ogni modo, stando all’uso comune di accender le candele per il verso giusto, si diceva che una candela era al «verde» quando già era consumata fino al colore del piede, cioè quasi tutta. Perciò d’una persona che avesse consumato ogni suo avere si disse che essa, come la candela, era al «verde».
Ma qualcuno pensò che tale modo proverbiale fosse potuto nascere dalla candela che si teneva accesa nei pubblici incanti, la quale pur essa aveva l’estremità inferiore tinta di verde. Quest’altra spiegazione non è sostanzialmente diversa dalla prima.
D.
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