La trasmissione di documenti fra le varie Cancellerie non può sempre avvenire a mezzo della posta ordinaria e quindi per il recapito di tale corrispondenza, che spesso racchiude gelosi segreti di Stato, ci si vale della cosiddetta valigia diplomatica affidata ad un messaggero ovvero ad uno speciale funzionario detto corriere di gabinetto. Tanto il messaggero quanto la sua preziosa valigia godono di speciali privilegi (inviolabilità: in tempo di Pace, ovunque ; in tempo di guerra soltanto in territorio neutro) e il messaggero è fornito d’un passaporto diplomatico che tutti devono rigorosamente rispettare e la valigia è munita di sigilli che non possono essere strappati che dal destinatario: una infrazione a queste delicatissime regole internazionali potrebbe causare inconvenienti d’incalcolabile gravità.
Un portalettere eccezionale
Il messaggero o corriere di gabinetto deve naturalmente essere un funzionario di non comuni qualità: in Italia, durante la guerra, vennero scelti anche fra gli appartenenti alla benemerita arma dei Reali Carabinieri che avevano particolari qualità come la conoscenza di lingue, ecc. In alcuni Stati questa carica è ancora regolata da norme antichissime che risalgono ai tempi in cui questi eccezionali portalettere erano soprattutto incaricati di portare la corrispondenza ufficiale e privata dei Re: ad esempio in Inghilterra, dove in queste cose ci si mantiene attaccatissimi a tradizioni talvolta secolari, il corriere deve, fra l’altro, essere un eccellente cavalcatore e questo perché in tempi ormai passatissimi il più sicuro e veloce mezzo di locomozione non poteva essere che un focoso destriero…
In tempi normali il corriere di gabinetto pei privilegi di cui gode è generalmente al sicuro da brutte sorprese anche se il contenuto della sua valigia costituisce una preda molto ghiotta. Tuttavia la prudenza non è mai troppa e quindi vengono sempre osservate delle cautele assai minuziose. Scrupolosi funzionari, vincolati da giuramento, mettono i plichi nei sacchi o nelle valige; chiudono con cinghie o corde ed infine applicano i sigilli che dovranno rimanere intatti fino al destinatario. Il corriere si pone in viaggio tenendo sempre ben presente che ogni sua più piccola imprudenza, un istante di debolezza, un’insignificante distrazione può essere causa di gravi guai. Ma ci sono sempre gli spioni, questi fenomenali maestri d’astuzia, che nulla lasceranno d’intentato per carpire la valigia.
Avventure d’ogni genere
Se i corrieri di gabinetto non fossero uomini straordinariamente riservati potrebbero forse narrare delle storie molto interessanti. Più di uno di questi funzionari si sarà trovato, specialmente in tempo di guerra, in momenti scabrosi, avrà rasentato pericoli molto gravi e forse qualche volta, anche se nulla è trapelato al pubblico, avrà subìto il furto della valigia o magari la sostituzione, in modo del tutto inspiegabile della propria valigia con un’altra perfettamente identica persino nei famosi sigilli! Qualcuno potrebbe persino dire di aver portato a destino i documenti intatti, eppure… Eppure il segreto contenuto di quelle carte, anche se in cifra, è pienamente trapelato. Come mai? Un sopraffino gioco di prestigio e i preziosi fogli vennero fotografati e rimessi a posto con tanto di legatura e sigilli. Una drammatica avventura potrebbe essere narrata da quel corriere che, durante la guerra, trovandosi a viaggiare in Olanda e cioè in terra neutrale, venne depredato da spioni travestiti da funzionari delle ferrovie olandesi. Si può aggiungere che, sempre in tempo di guerra, le valige di Stato possono offrire altre sorprese poco piacevoli come sarebbe quella di servire, per la rigida protezione diplomatica di cui godono, alla trasmissione di corrispondenze sospette: a questo proposito può ricordarsi quello che già rivelò il collega P. M. Ch. Keller quando, su queste colonne, scrisse dell’arcifamosa Mata Hari che, a quanto sembra, si serviva appunto della valigia d’un troppo compiacente corriere per l’invio dei propri pericolosi rapporti.
Allora, penserà qualcuno, il mezzo più sicuro è forse ancora quello della Posta! In molti casi, sì, purché non vi siano degli agenti come il celebre capitano Henry, che, sfidando ardui e delicatissimi ostacoli, riuscì ad impossessarsi dei plichi rinchiusi nel Palazzo delle Poste di un’importante città neutrale…
Nel cervello…
Il mezzo più sicuro per la trasmissione di notizie riservate è molto probabilmente soltanto quello usato dal conte Von Moltke, capo dello Stato Maggiore germanico agli inizi della guerra europea, che si servì, come corriere di gabinetto, della famosa Elisabetta Seidler : rinomatissima indovina berlinese che fra i molti e svariati incarichi confidenziali ebbe anche quello di portare notizie agli ambasciatori e addetti militari all’Estero. Nessuno avrebbe potuto carpire i segreti di cui era latrice l’eccezionale donna per il fatto, semplice e prodigioso ad un tempo, che la valigia diplomatica della Seidler era il suo stesso cervello! Essa infatti affidava soltanto alla sua memoria fenomenale, sussidiata da uno speciale sistema mnemotecnico, le comunicazioni che le venivano affidate…
I corrieri diplomatici, soprattutto in tempo di guerra, non servono solo per portare notizie alle Cancellerie, alle Ambasciate, ecc. dell’estero, ma possono anche avere incarichi più ristretti e tuttavia di non minore importanza: per citare un solo caso dirò che in occasione di una delle più importanti Conferenze tenute fra i comandanti alleati durante la guerra; un ufficiale aveva il delicato ufficio di corriere. Ogni sera questo ufficiale, naturalmente in borghese, portava al palazzo del Corpo d’Armata d’una grande città vicina i più confidenziali incartamenti sigillati relativi alla Conferenza, che venivano rinchiusi in una cassaforte, ed ogni mattina il corriere ripeteva il viaggio per riportare i documenti al luogo di riunione dei Comandanti Alleati.
L’agente grigio
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