La calza di seta prima, poi quella di raion attraverso complesse rielaborazioni della cellulosa; adesso la calza « minerale ».
La notizia giunge dall’America, dove da qualche mese sono in larghissima vendita calze tessute con filato prettamente minerale dalla fibra di originalissima struttura molecolare ottenuta dai semplici elementi dell’azoto e del carbonio.
Nella prima giornata in cui furono messe in vendita le calze di quella « seta minerale » cui è stato dato il caratteristico nome di nylon (un qualunque nome eufonico, senza preciso significato, ma simile ai notissimi nomi di cotton e raion), in quella sola giornata furono vendute cinque milioni di paia di calze da donna negli Stati Uniti: e la vendita ha continuato con crescente successo.
Le calze di nylon, che per ora sono vendute a prezzo molto alto, avrebbero però più tenace resistenza di quelle di seta e di fibre vegetali, si manterrebbero di freschissimo aspetto dopo lungo uso e sono, — si dice, — incombustibili.
Ma la maggior parte delle donne americane che usano le calze di nylon ignora la tragedia scientifica che ha dato origine alla scoperta della « fibra 66 » brevettata il 9 aprile del 1937 dal dottor Wallace Hume Carothers dopo nove anni di studi tenaci e intesi a svelare il mistero dell’architettura submicroscopica della Natura nel processo di polimerizzazione, cioè di riunione delle minori molecole in una molecola gigante che è detta polimero.
Per nove anni la ricerca scientifica pura fu diretta a riprodurre in laboratorio prima, poi in uno stabilimento sperimentale polimeri lineari, per ottenerne un filamento robusto e tenace, elastico e resistente all’abrasione: la lunga battaglia scientifica diretta a trasformare carbonio ed idrogeno, azoto ed ossigeno in modelli prestabiliti ebbe l’esito felice che ora industria e commercio stanno sfruttando. Ma venti giorni dopo d’aver brevettato la sua fibra interamente sintetica, Wallace Hume Carothers, prostrato dalla titanica fatica novennale, si uccise ingerendo veleno in un albergo di Filadelfia.
La molecola gigante da lui composta continua intanto a diffondersi in sempre più vasti mercati, non soltanto per la fabbricazione di calze femminili ma di altri numerosi e vari articoli di vestiario, di igiene, di ornamento e di utilità…
I.
Articolo pubblicato su “La Domenica del Corriere” del 26 gennaio 1941
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